Virginia Lorello

E per tutti i primi, ogni volta è stato come innamorarsi: le farfalle nello stomaco, l'ansia da prestazione, la speranza di fare la cosa più intelligente, di non sbagliare, di riuscire a dire quello che si sente davvero e nel modo migliore.

Uno su tutti: Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. Seguono le influenze dell'architettura contemporanea giapponese, di molti maestri italiani, di Le Corbusier (che è stato anche uno dei primi), e l'elenco continua.

All'Università era il rosso, poi è arrivato il blu e ora è il momento del verde - nelle tonalità più vicine al blu. Ma studiando le diverse teorie del colore ho imparato ad amarli tutti, anche quelli che mi piacevano meno, come l'arancione che è diventato il protagonista di uno dei miei ultimi progetti.

E mi chiedo se - sinceramente e non falsamente - sarà mai possibile ripetere un'esperienza simile nella nostra società.

Per il resto, anche se mi piace approfondire la storia dell'architettura e del design, appartengo alla schiera di coloro che sono allergici all'uso (in termini pratici) dello stile, nel senso di progettare utilizzando elementi precisi e abachi che limitano l'espressione e la creatività.

Certo, perché è uno dei pochissimi, se non l'unico, che permette di essere applicato per esigenze molto diverse, mantenendo una coerenza estetica. L'ho utilizzato in un progetto per una villa bifamiliare, installandolo come rivestimento di una vasca da bagno, l'ho usato per un piano di appoggio, per il piatto doccia in Dekton lunare con grip, per il rivestimento delle pareti del bagno (formato molto sottile e grande) e parte della pavimentazione. Poi come piano di lavoro in cucina e in soggiorno per rivestire un camino e parte della pavimentazione. In questo modo, con spessori e applicazioni diverse, la stessa lastra ha fatto parte di più aree del progetto.

Figlio del suo tempo e non perfettamente riconoscibile da progetto a progetto - perché tutti nascono da esigenze molto diverse, per le quali forniscono risposte altrettanto diverse. Il mio metodo è molto più rigoroso e distinguibile del mio stile estetico.

È un mega argomento, che potrebbe essere (ed è stato) discusso in lungo e in largo. Cercando una sintesi, in case sempre più piccole rispetto al passato, si cerca di trovare spazi ampi che possano anche cambiare nel tempo, che rispettino il desiderio di convivialità nelle zone giorno e il desiderio di privacy nelle zone notte.

Tutti i materiali naturali ricevono sempre più conferme negli ultimi anni. Il prossimo passo sarà quello di implementare sempre più la loro lavorazione con funzioni e prestazioni hi-tech, pratiche e durature.

Alla creazione di qualcosa che rispecchi veramente la personalità e le esigenze dell'individuo. Inoltre, la casa comunica sempre più con sistemi informatici e digitali, anche se con una certa lentezza rispetto ad altri settori: il mondo del costruito è molto più lento a cambiare.

Vorrei che lo fosse ancora di più. Come nella vita reale di ognuno di noi, anche nei progetti e nelle opere a cui lavoro, non tutto può essere sempre dettato da questo fattore, e c'è ancora poca integrazione in questo senso. I prodotti ecosostenibili sono ancora pochi e in molti casi non abbastanza competitivi.

Sicuramente si iniziano a preferire i prodotti sostenibili, aggiungendo queste caratteristiche nella scala dei pro e dei contro. Se tutti cominciamo a pensare in questo modo, ci saranno sempre più possibilità di questo tipo sul mercato.

Uno degli ultimi, che pubblicherò a breve. Si tratta della trasformazione di un padiglione industriale in un loft. Il contesto ha aiutato molto: grandi aperture, un giardino interno, grandi dimensioni e clienti con cui si è creata una bella sinergia. Mi hanno portato oltre la mia zona di comfort estetico e si sono lasciati guidare molto. Inoltre, anche a livello tecnico, ho ricevuto molte nuove idee e sfide che ho risolto insieme a imprese e artigiani.

Affrontiamo sfide reali che misurano la nostra creatività, la nostra capacità di risolvere i problemi, di trovare compromessi a volte; nascono anche piacevoli imprevisti che danno ricchezza al progetto e ci confrontiamo con le figure più diverse che arricchiscono il nostro percorso.

Naturalmente non è facile, perché in questi casi i requisiti per le gare d'appalto sono molto severi.

In cantiere ci sono residenze molto diverse tra loro, a Milano e fuori Milano. Ognuna con punti deboli e punti di forza diversi. Una mi entusiasma particolarmente perché abbiamo a che fare con clienti stranieri, con esigenze e influenze culturali molto diverse (anche giapponesi). I miei progetti migliori di solito nascono dalla diversità e dal buon dialogo!